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Industria: ordini in calo
e l'azienda si ferma

di Cristina Casadei

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Il saluto di buon week end gli impiegati della Snaidero la prossima settimana non se lo scambieranno venerdì pomeriggio, ma giovedì. In questo periodo succede a tanti dipendenti di grandi aziende italiane. Di settori diversi: dalla siderurgia agli elettrodomestici, dal legno alle piastrelle. Ma anche di aree diverse. Dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, passando per la Toscana. Per compensare il calo degli ordinativi e il rallentamento della produzione ormai generalizzati, gli uffici delle risorse umane hanno accorciato la settimana di lavoro, stanno facendo smaltire le ferie arretrate e prevedono fermate natalizie più lunghe: complice il calendario delle festività, quest'anno la chiusura si allunga e passa da una a due settimane. Una riorganizzazione resa possibile anche dal fatto che «ci sono contratti più avanzati che danno la possibilità di articolare molto bene la flessibilità, come il tessile che alterna orari di lavoro più lunghi nei periodi di picco produttivo e più brevi nelle fasi di bassa produzione», dice Giorgio Santini della Cisl.

L'organizzazione del lavoro
Ai tempi della crisi, che nell'ultimo trimestre si fa sentire in fabbrica come in ufficio, c'è una nuova organizzazione del lavoro. E nuovi ritmi di vita. A sperimentarli sono stati i lavoratori di alcune grandi imprese che li hanno applicati in misura maggiore o minore a seconda dei settori e dell'internazionalizzazione. Il direttore generale di Snaidero, Paolo Bravin, racconta che a Maiano del Friuli «ha pianificato alcune settimane con un giorno lavorativo in meno». Così se questa settimana si lavora fino a venerdì, la prossima si stacca il giovedì. Una soluzione preferita alla riduzione dell'orario giornaliero perché «è la scelta organizzativa che nella nostra attività risulta più semplice da applicare».

Il regime di flessibilità
Questo regime di flessibilità, Emanuela Scavolini non lo riconduce alla congiuntura. Certo, in questo momento, forse torna molto utile avere un contratto che lo abbia previsto, ma il legno arredo è un settore che «da anni risente della stagionalità della domanda», dice Scavolini. «A mesi come giugno e luglio, in cui si lavora oltre le 40 ore settimanali, seguono mesi come settembre e ottobre in cui c'è una flessione della domanda. Così in questo periodo la settimana lavorativa viene ridotta recuperando di fatto le ore precedentemente lavorate in regime di flessibilità».

L'uso delle ferie arretrate
A Stezzano, vicino Bergamo, la Brembo, sta rispondendo al forte rallentamento del mercato dell'auto e alle fermate di diverse settimane delle case automobilistiche, «anche attraverso l'utilizzo di strumenti ordinari di gestione come per esempio consentire ai dipendenti che ne facciano richiesta un utilizzo più ampio delle ferie», dicono dalla direzione delle risorse umane. Del resto due giorni fa i dati dell'auto hanno annunciato un crollo delle vendite e in tutta Europa i grandi gruppi, da Fiat a General Motors a Bmw, hanno sospeso la produzione. Così non si sono aperti, l'altra mattina i portoni di Mirafiori. La Fiat ha fermato per due settimane , fino 16 novembre, tutte le linee, ad eccezione di quelle per l'assemblaggio dell'Alfa Romeo «Mito».
Intanto se a Fiorano, vicino Modena, il management di Panariagroup, che produce ceramiche di lusso, sta ancora valutando quali provvedimenti adottare per compensare la fase di calo della produzione, a Rimini, alla Scm, uno dei maggiori gruppi mondiali di macchine per la lavorazione del legno, il direttore delle risorse umane Michele Marcantonio spiega che «l'azienda sta utilizzando le ferie arretrate e sta programmando un periodo di fermata di fine anno più lungo. Anziché una settimana come avevamo concordato, saranno due settimane. Però non è detto che questo possa bastare». Il recupero ferie, in una fase in cui si parla di recessione, suona come un campanello d'allarme che «anticipa l'arrivo di un periodo di cassa integrazione», dice Susanna Camusso della Cgil. L'Inps richiede infatti che prima di farvi ricorso vengano smaltite le ferie arretrate e i permessi. Il recupero ferie più o meno sollecitato, da qualsiasi lato lo si guardi, ha il suo vantaggio per la busta paga. Consente infatti di salvare tutto lo stipendio, visto che le ferie sono pagate interamente, mentre la cassa integrazione prevede che venga corrisposta soltanto una parte.

Una settimana di stop
In questo periodo di crisi della domanda il gruppo Riva ha avviato un normale piano di smaltimento delle ferie arretrate ma senza utilizzare il meccanismo della settimana corta. «La siderurgia mal sopporta le fermate brevi, addirittura ci sono impianti, come per esempio gli altiforni e le cookerie, che non si fermano mai se non per le manutenzioni straordinarie programmate», dicono dall'azienda. Proprio per questo vengono pianificati pacchetti di fermate di almeno 6 e 7 giorni e vengono compressi gli straordinari. Se ci sarà l'esigenza di un rallentamento o di fermate più lunghe sarà privilegiato il periodo delle feste comandate per andare incontro ai lavoratori. Intanto per duemila lavoratori, a Taranto, è stata avviata la cassa integrazione per 13 settimane da dicembre.


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